Ideato e condotto da Ivano Zoppi e Cecilia Spalletti

SCATTI DI VITA

Fotografare è porre sulla stessa linea di mira la mente, gli occhi e il cuore.
(Henry Cartier Bresson)

“Come stai?”: questa domanda è il punto di partenza dell’esperienza “Scatti di Vita”. Si tratta di una domanda quotidiana, persino inflazionata, a cui il più delle volte si risponde con uno sbrigativo, generico e talora fasullo “bene” e di cui il più delle volte non si ascolta la risposta.

IL PROGETTO SCATTI DI VITA

Il percorso proposto da Pepita agli adolescenti e agli adulti in ruolo educativo prende avvio stimolando il singolo a interrogarsi sulle proprie emozioni e sui propri percepiti, ad ascoltarsi con apertura e sincerità e a raccontarsi attraverso un’immagine che esprima sensazioni, proiezioni, timori in modo autentico.

Quali sono le attività del progetto Scatti di Vita?

L’esperienza prevede attività sia di introspezione sia di condivisione in gruppo: dialogo, scrittura, autoscatto, esposizione sono i momenti nucleari del percorso condotto dagli educatori della cooperativa, che fungono da facilitatori nell’individuare i tratti emotivi salienti dei beneficiari, agevolandone l’alfabetizzazione e la comunicazione.

L’autoscatto è riproposto nella sua forma più significativa di autoritratto, per la quale chi costruisce l’immagine coincide con l’immagine catturata dalla fotografia, in un flusso di consapevolezza del sé e del sé in rapporto alla società, alle opportunità e alle criticità del contesto.

Una forma di fotografia autoriferita che per il suo valore introspettivo si contrappone al più “volatile” selfie, mediato da filtri estetici ed eterodiretto nei suoi obiettivi di esposizione mediatica.

A CHI SI RIVOLGE IL PROGETTO SCATTI DI VITA

Il progetto “Scatti di Vita”, oltre agli adolescenti, è rivolto anche:

• Agli animatori ed educatori: durante sessioni di formazione volte a motivare gli adulti con responsabilità e professionalità educative, si intendono richiamare i destinatari all’importanza dell’esempio in merito al riconoscimento, alla verbalizzazione e alla gestione delle emozioni;
• Ai silver age: il progetto intende fotografare i detentori della memoria del nostro Paese, dei suoi mestieri e saperi antichi, con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio umano dei territori, di colmare il gap generazione e di creare connessioni virtuose tra differenti epoche.