A cura di Rosanna Milone
Ottobre, mese dell’educazione finanziaria.
Consapevolezza finanziaria è consapevolezza di sé.
Educare i ragazzi alla consapevolezza finanziaria è un percorso di crescita e sviluppo personale che coinvolge anche la gestione delle emozioni.
Molti studi hanno evidenziato che la scarsa conoscenza finanziaria può generare fragilità, ansia sociale, esclusione, senso di precarietà e può avere un impatto forte sulla gestione dell’affettività e delle emozioni specialmente nei ragazzi e nei giovani.
La consapevolezza finanziaria è fondamentale per il benessere della società, anche in termini di parità di genere e prevenzione della violenza economica.
La definizione specialistica di consapevolezza finanziaria è “la conoscenza e la comprensione dei concetti e dei rischi finanziari, nonché le competenze, la motivazione e la fiducia per applicare tali conoscenze al fine di prendere decisioni efficaci in una serie di contesti finanziari, migliorare il benessere finanziario degli individui e della società e consentire la partecipazione alla vita economica” (PISA – Programme for International Student Assessment).
Perché parlare di consapevolezza finanziaria a scuola?
Che significato può avere parlarne rispetto a studenti di scuola primaria e secondaria che al massimo devono gestire la paghetta?
In accordo con l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, un paese che investe su questa alfabetizzazione può puntare ad un benessere sociale reale e duraturo: l’insegnamento dell’educazione finanziaria a scuola può comportare vantaggi in termini di future scelte di gestione del denaro, del risparmio, degli investimenti, nonché assicurative e previdenziali.
Chi possiede un basso livello di conoscenze finanziarie, passa più tempo pensando a problemi legati alle finanze personali e a come gestirli; “un adeguato possesso di conoscenze può comportare una gestione più serena delle proprie questioni finanziarie” (EDUFIN)
Secondo Pepita, l’educazione finanziaria si intreccia a doppio filo con l’educazione all’emozione
Come emerge anche dal forte dibattito sull’importanza dell’educazione all’affettività nelle scuole, è fondamentale mostrare ai ragazzi che le emozioni non sono casualità di cui essere vittime, sono parti di noi che vanno conosciute e imparate a gestire con consapevolezza e che i soldi sono espressione e origine di molte delle nostre emozioni.
Questo riguarda tutti gli aspetti della nostra vita, a tutti i livelli: l’emozione dello scrivere un messaggio su whatsapp, l’emozione nel trovare intimità con una persona speciale, l’emozione di impegnarci per qualcosa e ottenere risultati, l’emozione di poter comprare quella cosa cui tenevi da tanto perchè hai saputo gestire la tua paghetta.
Cosa sarebbe la vita senza emozioni?! Sarebbe solo un susseguirsi di eventi piatti, freddi, privi di significato personale, sarebbe orribile!
Immaginiamo di fare un viaggio e non provare emozioni; di mangiare una pizza e non provare emozioni; di comprare un regalo per la persona amata e non provare emozioni.
Ma, per fare un viaggio, mangiare la pizza, comprare un regalo, servono i soldi. Ecco, i soldi sono quel valore che ci permette di scambiare il nostro impegno con una gratificazione desiderata altrimenti non ottenibile. Sono, se ben gestiti, uno strumento per l’ottenimento di emozioni positive.
Scegliere la scuola come luogo per creare le basi della consapevolezza finanziaria significa anche abbattere le disuguaglianze di genere
Scegliere la scuola, in quanto aperta ed inclusiva, come luogo deputato alla creazione di questa consapevolezza vuol dire, anche, provare ad abbattere quelle disuguaglianze che ancora resistono nella cultura predominante come stereotipo di genere: la donna è ancora poco coinvolta nelle scelte economiche e finanziarie familiari, a volte ne è addirittura esclusa.
E questa esclusione, come, ad esempio, il non accesso al conto corrente familiare pur contribuendo con il proprio stipendio, può portare ad uno stato di dipendenza materiale e sottomissione psicologica pericolosi non solo per l’autostima ma anche per l’incolumità della donna: nella maggior parte dei casi coesistono violenza domestica e violenza economica .
Tale reato -in Francia è penalmente perseguibile in Italia non ancora- si riferisce ad atti di controllo e di monitoraggio del comportamento di una donna in termini di uso o distribuzione di denaro, con la costante minaccia di negare risorse economiche. Può avvenire anche attraverso l’esposizione a un debito oppure il divieto ad avere un lavoro e un’entrata finanziaria personale, da amministrare secondo la propria volontà.
Per bambine e ragazze l’acquisizione di consapevolezze, conoscenze e skills necessarie alla gestione del loro patrimonio è uno strumento efficace per la prevenzione della violenza di genere.
Dobbiamo accompagnare le nostre ragazze e i nostri ragazzi al rispetto di sé e dell’altro anche attraverso la consapevolezza finanziaria.
Educare alla consapevolezza delle proprie emozioni contribuisce, infatti, alla costruzione di una personalità che sappia superare i rischi anche economici che i ragazzi corrono nel digitale: dall’istigazione allo shoppaggio alla spesa facile tramite carta nello smartphone, passando per il rischio di frodi e profilazione, per arrivare alle peggiori delle ipotesi quali la mercificazione del proprio corpo in cambio di denaro facile e la caduta nella dipendenza da gambling o la perdita di ingenti somme in aste online.
“Insegnare ai ragazzi una sana relazione con i soldi (approccio valoriale) vuol dire contribuire ad un sano percorso di costruzione della propria vita. La conoscenza del denaro è così messa a servizio della realizzazione dei propri progetti e non il contrario; la consapevolezza finanziaria mette la persona al centro.” Rosa Linda Mallardi Educatore finanziario
Percorsi formativi integrati dall'infanzia alle superiori
La proposta educativa di Pepita per “Educare all’emozione” su tematiche quali:
*educazione all’affettività
*educazione sessuale
*DSA e promozione di relazioni inclusive e di cooperazione
*gestione dell’ansia e delle proprie emozioni