LA MATURITà: UN PERCORSO DI CRESCITA INDIVIDUALE
Come ogni fine giugno, è arrivato il tempo della maturità. Gli esami al termine del quinto anno delle scuole secondarie di secondo grado non valgono soltanto un attestato, ma convenzionalmente indicano la capacità di gestire e controllare il mondo, a partire da quello che abbiamo dentro.
Di qui ne consegue una terminologia specifica, dove “Crediti” e “Debiti” vanno a disciplinare il rendimento dei ragazzi nella loro carriera scolastica. Una valutazione non solo didattica, ma anche rispetto alla qualità del tragitto lungo il percorso che li porterà a diventare donne e uomini in mezzo al mondo.
COSA SIGNIFICA MATURITà ed essere maturi?
La maturità da “rito di passaggio” per milioni di studenti, così romanzata, sognata, temuta e amata, negli ultimi anni è diventata una delle tante tappe di un’adolescenza ormai dilatata, che inizia sempre prima e si trascina ben oltre la maggiore età.
Questo perché oggi è particolarmente difficile trovare la differenza tra piccoli e grandi, tra un essere umano compiuto o in cerca di se stesso.
Chi è più maturo, un neolaureato che con una borsa di studio si specializza all’estero, o un genitore che lascia una bambina di 4 anni tutto il pomeriggio davanti a un tablet?
Forse la crisi di valori e d’identità delle nuove generazioni si spiega con quella, ancor più diffusa, della genitorialità.
il problema del silenzio: quando bambini e ragazzi smettono di far domande ai propri genitori
Mamme e papà sono talmente ripiegati su se stessi e sulle proprie routine, che delegano volentieri ai social e ai motori di ricerca le risposte ai quei continui “perché” di cui l’infanzia e la pubertà sono costellate.
I problemi arrivano dopo, quando i figli smettono di fare domande. Non certo per la mancanza di argomenti, quanto per l’assenza di stimoli.
Del resto è l’ultima indagine Istat a confermarlo: dai 15 anni ai 25 il disagio è in aumento, ben oltre il perimetro tradizionale dell’adolescenza.
Cosa fare, dunque?
Ci vuole solo un po’ di coraggio: il coraggio di Educare, insegnare e accompagnare.
Pepita è da 20 anni a supporto di tutti i contesti educativi, dagli Istituti scolastici agli Oratori, dai Centri estivi alle associazioni sportive, contribuendo a declinare il concetto di “Educazione” sul piano dell’attualità, secondo una filosofia più circolare, capace di abbracciare tutta la comunità educante.
Solo nell’ultimo anno scolastico 2022-2023, gli esperti di Pepita hanno organizzato centinaia di incontri nelle scuole di ogni ordine e grado. Decine di migliaia gli studenti coinvolti nell’ambito di progetti di educazione continua e a servizio di genitori e insegnanti, come il servizio di doposcuola gratuito per gli studenti con Disturbi specifici dell’Apprendimento (Dsa).
Per ogni incertezza sul domani, c’è sempre una speranza di poterla superare. Solo così potremo reggere le tante incognite del futuro.
Ci vuole solo un po’ di coraggio, il coraggio di Educare, insegnare e accompagnare.
Anche ai ragazzi, maturandi in primis, serve coraggio. Il coraggio di imparare, di sognare e di vivere pienamente le proprie emozioni, rispettando sempre quelle altrui.
Che sia questa la vera “Maturità”?
LA PROPOSTA EDUCATIVA DI PEPITA PER L’ANNO SCOLASTICO 2023 – 2024
Per l’anno scolastico 2023-2024 Pepita ha elaborato dei percorsi formativi rivolti a tutta la comunità educante.
La Proposta Educativa infatti è destinata non solo ai ragazzi, ma anche a genitori, docenti e dirigenti, personale ATA, animatori, formatori.
Educare all’emozione significa affiancare gli studenti a scoprire e a portare fuori il proprio sentire, le proprie paure, le proprie aspettative verso il futuro.
Alcune tra le tematiche:
Educazione digitale, bullismo e cyberbullismo, educazione sessuale, rispetto ed educazione civica, saper gestire l’ansia e le proprie emozioni, dsa e promozione di relazioni inclusive e di cooperazione