La salute dei figli è la priorità per ciascun genitore. Dai mali di stagione alle mascherine anti covid per bambini, dall’alimentazione alla pratica sportiva. In famiglia le preoccupazioni quotidiane si moltiplicano e, periodicamente, si affollano attorno a un denominatore comune: il pediatra. Una figura indispensabile per accompagnare neonati, bambini e ragazzi lungo un corretto percorso di crescita.
La figura del pediatra e il calo della professione
In Italia esercitano circa 24 mila pediatri, ma sembrano non bastare mai, anche a fronte di una certa emorragia della professione medica, che nei prossimi 4 anni vedrà un calo di oltre 2 mila medici pediatri. Lo dicono le statistiche rispetto al saldo negativo tra pensionamenti e nuove leve professionali.
Un trend che preoccupa le comunità, soprattutto in relazione alla funzione quasi psicologica che i pediatri rivestono per tutte le ansie, a volte ipocondriache, genitoriali. Mamme e papà che si precipitano in studio o telefonano ad ogni orario al primo starnuto del bambino.
Rapporto improprio tra minori e web alla base di alcune sintomatologie
Eppure questo assedio quotidiano, che solo la passione e la disponibilità dei pediatri sembra poter reggere, non riguarda la sfera digitale. Anzi, non senza sorpresa per i genitori chioccia, sono proprio i pediatri a correlare alcune sintomatologie con un rapporto improprio tra minori e web.
Un’esperienza online precoce, prolungata e senza la presenza di un adulto comporta dei rischi documentati per la salute psicofisica nei bambini da 0 a 8 anni, con interferenze negative sul sonno, sulla vista, sull’apparato muscolo-scheletrico, sull’apprendimento e persino sullo sviluppo cognitivo.
Da qui la raccomandazione di evitare smartphone e tablet prima dei due anni, limitare l’uso a non più di un’ora al giorno tra 2 e 5 anni e al massimo a 2 ore per i bambini di età compresa tra 5 e 8 anni.
L’iniziativa Connessioni delicate
Il corretto utilizzo del web da parte dei minori è quindi un tema di salute. Agitazione, depressione, tendenza al sovrappeso e ai disturbi alimentari possono difendere da fenomeni quali cyberbullismo, sexting, grooming online e challenge. Oltre ai problemi comportamentali, la dipendenza dal web può favorire disturbi della vista, cefalea e carie dentali. Lo hanno ribadito le associazioni di pediatri ACP, FIMP e SIP nell’ambito di un progetto avviato in collaborazione con Fondazione Carolina e Meta.
La conferma arriva dai risultati di un’indagine che ha coinvolto circa 800 famiglie a livello nazionale attraverso un questionario anonimo sulle abitudini e i comportamenti online proposto da luglio a novembre del 2022 da un pool di pediatri distribuiti sul territorio nazionale.
Uno scenario che fa luce sulla scarsa consapevolezza da parte delle famiglie rispetto a queste tematiche, nonché sulla condizione di solitudine dei bambini davanti agli schermi: il 26% dei genitori permette che i propri figli utilizzino smartphone e tablet in autonomia tra 0 e 2 anni. La percentuale sale al 62% per la fascia dei bimbi tra i 3 e i 5 anni, all’82% nella fascia 6-10 anni e addirittura al 95% per i ragazzi tra gli 11 e i 15 anni.
Il sondaggio, ancorché pienamente in linea con la tutela della privacy e dei dati personali, ha rappresentato un’occasione di confronto con il pediatra in tema di educazione digitale, anche grazie al materiale gratuito fornito online (Minorionline.com).
Una famiglia su quattro, per i bambini da 0 a 2 anni, e una su cinque, dai 3 ai 5 anni, si affida all’intelligenza artificiale per fare addormentare i propri figli
Il “virtuale” affianca le mamme e i papà anche nelle relazioni educative più intime. Dalla ninna nanna all’intrattenimento delle nuove generazioni, emerge un utilizzo crescente degli strumenti digitali. Sempre più famiglie si affidano all’intelligenza artificiale per far addormentare i propri figli, con ninne nanna prodotte dagli assistenti vocali. Il 35% dei genitori di bambini tra 0 e 2 anni delega ai device il compito di intrattenere i propri figli, ad esempio con la lettura di fiabe, percentuale che arriva all’80% nella fascia 3-5 anni.
Sfogliare un libro insieme o raccontare una storia va però al di là della semplice fruizione di un contenuto. La voce dei genitori, l’interazione fisica con i libri, trasmettono ai bambini sentimenti, informazioni e valori che non possono essere replicati dalla tecnologia. Un corto circuito che, nel tempo, ha prodotto confusione e smarrimento, a partire dai genitori più giovani, talmente abituati alle nuove tecnologie da non accorgersi di utilizzarle, anche laddove non risultino necessarie. Su questi presupposti e alla luce di quanto emerso nella fase pilota del progetto, assieme ai partner di Connessioni Delicate e in coordinamento con le istituzioni interessate, nella primavera del 2023 i pediatri lanceranno il primo Piano Nazionale di Salute Digitale.