Il 20% dei preadolescenti, tendenzialmente nella fascia under 12, dichiara di essere stato almeno una volta vittima di cyberbullismo. Il dato fornito da HBSC Italia, in collaborazione con le Università di Torino, Padova e Siena, con il supporto dei ministeri della Salute e dell’Istruzione, ha definitivamente spostato l’asticella rispetto all’età più esposta ai pericoli online. In particolare sono le ragazze a risultare maggiormente esposte ai pericoli online, a partire dalla condivisione della propria intimità sul web. Negli ultimi anni è il sexting il fenomeno più allarmante. Non certo una novità, dato che lo scambio di foto e video di natura esplicita risale sin dai tempi degli MMS, roba da boomer… Il cambio di passo, se mai, riguarda la crescita esponenziale di un costume, tutto digitale, che faticava ad uscire dal sommerso, oggi di dominio pubblico.
I dati sull’indagine condotta dalla Federazione italiana di sessuologia scientifica
Le statistiche parlano chiaro: due ragazzi su tre dichiarano di aver ricevuto almeno una volta dei messaggi sessualmente espliciti su Internet. L’indagine, condotta dalla Federazione italiana di sessuologia scientifica (Fiss), ha coinvolto 3.500 ragazzi fra gli 11 e i 24 anni. Il 12,8% del campione dichiara di aver condiviso almeno una volta una foto o un video intimi di altre persone senza aver prima richiesto il consenso. Due ragazzi su tre hanno rivelato di aver ricevuto almeno una volta dei messaggi sessualmente espliciti.
In molti hanno avvertito un senso di disagio, mentre il 14,4% dichiara di essere rimasto incuriosito, il 13,5% imbarazzato, fino al sentimento di rabbia provato soltanto dall’8% dei destinatari del contenuto osé. Eppure una buona metà dei ragazzi raggiunti dal sondaggio sostiene che fare sexting, anche con il partner, non è sicuro e innocuo. E allora perché lo fanno?
D’altronde il contesto che li circonda sembra spingere proprio in questa direzione.
OnlyFans e un’intimità esposta e sdoganata in rete
Onlyfans è considerato un social a pieno titolo, dove influencer e creator invitano i propri follower per monetizzare la propria popolarità concedendo la propria intimità in cambio di abbonamenti a pagamento. Un “liberi tutti” che spopola anche sui cosiddetti “femminili”, i periodici di approfondimento rivolti alle donne e alle ragazze che, in edicola o sul web, propongono rubriche su come approcciarsi al sesso online.
“Se ne avete proprio voglia, perché magari vi piace il vostro corpo, cercate di non essere riconoscibili, in modo che non si possa risalire a voi, soprattutto se siete minorenni”[..] Questo stralcio di una delle tante rubriche su questi temi è particolarmente significativo, perché dà per scontato che un minore possa condividere in rete un’immagine illegale, in quanto afferente alla pedopornografia. Per non parlare dei rischi legati ai fenomeni del sextorcion e del revenge porn.
Il sexting una comunicazione a doppio senso
Un comportamento sdoganato, che invece mette in pericolo ogni giorno i nostri figli, spesso poco più che bambini. Piuttosto che suggerire pose, luci e indumenti, forse varrebbe la pena domandarsi cosa sia oggi la sessualità per le nuove generazioni e, ancor prima come vivono e percepiscono la propria affettività e i valori che dovrebbero accompagnarla. Negli anni il sexting si sta configurando come una comunicazione a doppio senso. Se da un lato persiste la scontata, spesso insistente, richiesta da parte dei ragazzi in cerca di foto intime, spesso esibite come un trofeo; dall’altra emerge il bisogno da parte di molte ragazze di consegnare il proprio “privato” al ragazzo che si sta frequentando, senza necessariamente che questi ne faccia richiesta. Un azzardo, un gioco sottile che la semplice ingenuità non può spiegare.
Webinar “Sexting, teen dating violence e cyberviolenza di genere”: 25 febbraio su Zoom
Dinamiche e riflessioni al centro del webinar organizzati da Pepita in collaborazione con Fondazione Carolina “Sexting, teen dating violence e cyberviolenza di genere”, il quarto dei cinque momenti formativi rivolti a genitori, educatori e insegnanti per imparare a conoscere davvero i ragazzi e “riconoscere” le loro fragilità, i loro bisogni e le loro emozioni.
Il viaggio nella Generazione Z, riprende sabato 25 febbraio, dalle 9,30 alle 12,30, con esperti e professionisti che aiuteranno a comprendere i disturbi oggi diagnosticati, a riconoscere i sintomi del disagio ed eventualmente a supportare i ragazzi in difficoltà.
Tutte le info a questo link.