Altro che istruzioni per l’uso, a volte ci vorrebbe un traduttore. Perché i “ragazzi di oggi” sembrano parlare una lingua diversa da quella degli adulti. Incomprensioni, smarrimento, conflitti sono alla base dell’incontro formativo “Comunicare con i giovani”.
3 Dicembre: webinar “Comunicare con i giovani”
Il corso, suddiviso in tre moduli da 50 minuti ciascuno, si svolgerà online il prossimo 3 dicembre. L’appuntamento si inserisce in un ciclo di 5 webinar rivolti a genitori, educatori e insegnanti, per accompagnare la comunità educante nella costruzione di quel ponte ideale in grado di colmare la distanza con le nuove generazioni.
Una solco che, negli ultimi dieci anni, ha portato intere generazioni alla deriva. Questo limbo riguarda milioni di ragazzi, dalla preadolescenza alla maggiore età, intrappolati in una condizione che sembra non avere soluzioni.
Giovani intrappolati nelle proprie paure
Sono i dati (Action Aid e Cgil) a raccontarlo: dai 15 ai 34 anni 3 milioni di cittadini non lavorano e non studiano (Neet). Ragazze e ragazzi intrappolati nelle loro paure: “A cosa serve andare a scuola?”, “Cosa farò da grande?”, “Come faccio a trovare lavoro?”. Domande che non potranno avere risposta fintanto che il mondo adulto, l’attuale classe dirigente, a sua volta non si porrà un interrogativo fondamentale: “Quali alternative abbiamo costruito per il futuro dei nostri figli?”.
Dall’ultimo “Rapporto Italiani nel Mondo”: aumento dei giovani in fuga dall’Italia
Una domanda quasi retorica, alla luce di quanto emerso dall’ultimo “Rapporto Italiani nel Mondo”, della Fondazione Migrantes, diramato dalla Conferenza Episcopale Italiana: dal 2006 al 2022 il numero di giovani che lasciano l’Italia per motivi di studio o di lavoro segna un aumento dell’87 per cento. Non solo una fuga di cervelli, dietro a questo trend c’è molto di più. C’è la ricerca di un posto nel mondo, e poco male se sia all’estero. In assenza di prospettiva, molti ragazzi si rifugiano, invece, in un mondo artificiale, quello della Rete, quello della strada o della solitudine. Dimensioni nelle quali non serve sognare, in cui spesso i giorni si replicano in una stanca e anonima routine.
Se questi ragazzi rappresentano, o dovrebbero rappresentare, la sfida più importante a livello istituzionale, alle famiglie spetta il compito di ritrovare le chiavi della propria casa. Quelle in grado di aprire i cuori dei nostri giovani, per comprenderne bisogni e fragilità. Per garantire ai propri figli il diritto di crescere, di sognare e di realizzarsi nella vita con pienezza e fiducia.
I nostri ragazzi sono straordinari, per capacità e sensibilità. Basta poco per riaccendere entusiasmi sopiti, per motivarli.
Il corso di Pepita aiuta innanzitutto a mettersi in ascolto e a promuovere un rapporto costruttivo con le nuove generazioni.
A questo link tutte le info e i costi per accedere alle sessioni formative.