A cura di Rosanna Milone
La mascolinità ha stancato anche il maschio?
“Non fare la femminuccia”, “Sii uomo”, “Lui sì che è tutto d’un pezzo”…
Frasi e luoghi comuni, usati in tutti gli ambiti, acquisiti come normali e indiscutibili. Fino ad oggi.
I tempi cambiano, ne è dimostrazione che una piattaforma della portata di Netflix proponga Beyond man and masculinity, un documentario che mette in questione l’ideologia alla base di questi stereotipi e ne faccia vedere i rischi e gli effetti negativi.
Il documentario in 50 minuti racconta uomini di diverse fasce di età e di diversi ambiti sociali che, semplicemente, non ce la fanno più ad essere “tutti d’un pezzo”, soprattutto se dentro sono letteralmente a pezzi.
Ragazzi e uomini seduti in cerchio che si raccontano la voglia di piangere, di esternare la paura, la fragilità, il dolore, anche a costo di sentirsi dare della “femminuccia”. E finiscono l’incontro tra lacrime ed abbracci.
Quanto siamo pronti per una manifestazione di vulnerabilità del genere, si chiede una psicologa nel corso del documentario? Le donne che criticano la durezza dei loro uomini, sono poi pronte a vederli frignare, a vederli teneramente e apertamente deboli?
La domanda è lecita ma forse è diretta alla generazione dei boomer più che ai ventenni di oggi, in parte pronta a non dividere in maniera netta i maschietti dalle femminucce. Le prerogative di una categoria, ad esempio piangere di gioia o di dolore pubblicamente, forse da loro non sono percepite così nettamente suddivise.
Si avvicina la Giornata contro la violenza sulle donne, ma in Italia i dati sono ancora allarmanti
Quello che sappiamo è che in Italia i femminicidi non diminuiscono e c’è chi ritiene che il rapporto tra cultura machista e violenza domestica sulle donne sia strettamente correlato.
Si avvicina la Giornata contro la violenza sulle donne, esattamente tra un mese convergeranno iniziative e campagne per porre fine alla follia di questa realtà. Il prossimo 25 novembre ci si domanderà cosa ci sia alla base di numeri del genere, ci interrogherà sulla cosidetta mascolinità tossica.
L’ineducazione affettiva del maschio, la repressione dei suoi sentimenti, la non liceità dell’espressione di una sofferenza, della paura, ad esempio, di essere lasciati, li rende pentole a pressione che esplodono in maniera incontrollata e tragicamente definitiva.
Lo scriveva anche Lilli Gruber nel libro Streghe pubblicato nel 2008, raccontando, tra le tante ed interessantissime situazioni, della sua visita agli uomini reclusi nel carcere di San Vittore per femminicidio.
«Alla fine c’è la stessa logica strisciante dietro a queste aggressioni. C’è una donna che confonde, tradisce, provoca. E un uomo che prima colpisce e solo dopo chiede spiegazioni. (…): a livello psicologico, quanto è lungo il passo fatale da “Non ti capisco, quindi ti lascio” a “Non ti capisco, quindi ti uccido?”»
I percorsi educativi proposti da Pepita hanno alla base questo tema: educare alle emozioni porta al rispetto di sé e dell’altro, nell’online quanto nell’offline.
Educare i bimbi, indipendentemente dal genere, all’affettività è il percorso necessario per costruire una società sana ed equilibrata, capace di integrare le proprie emozioni e renderle una forza, piuttosto che un’arma.
Spiegare che la paura è sana perché ci avvisa dei pericoli, ma non deve essere trattenuta e repressa, bensì espressa e fatta diventare consapevolezza; che piangere è il meraviglioso strumento con cui il nostro corpo ci fa produrre endorfine e quindi ci calma; che esternare la propria gioia genera empatia e connessione e non è segno di eccessiva sensibilità; e così via, i maschi quanto le femmine devono sentirsi legittimati ad esprimere le loro emozioni e, per farlo, devono essere educati a conoscerle e riconoscerle.
I percorsi educativi proposti da Pepita hanno alla base questo tema: educare alle emozioni porta al rispetto di sé e dell’altro, nell’online quanto nell’offline.
Partono dalla materna per arrivare alle superiori proprio per accompagnare i piccoli nel percorso di maturità affettiva che li renderà Grandi, non solo anagraficamente, ma anche nel sentire e vivere le proprie emozioni.
Percorsi formativi integrati dall'infanzia alle superiori
La proposta educativa di Pepita per “Educare all’emozione” su tematiche quali:
*educazione all’affettività
*educazione sessuale
*DSA e promozione di relazioni inclusive e di cooperazione
*gestione dell’ansia e delle proprie emozioni