Pepita commenta il report sulle scuole Medie di Fondazione Agnelli
“Istituti secondari di primo grado”. Ci siamo limitati a cambiarle il nome, quando sarebbe servito un intervento strutturale per accompagnare la scuola Media in un futuro capace di intercettare bisogni e opportunità dei pre adolescenti. Invece la fotografia scattata da Fondazione Agnelli, dieci anni dopo l’ultimo ritratto, è impietosa. Se prima il passaggio più delicato per i ragazzi rappresentava l’inizio delle Superiori, in questi anni ‘20 gli studenti tra gli 11 e i 14 affrontano dinamiche nuove, condizionati dai social e da un mondo che li spinge ad emulare gli adulti, con il rischio di crescere anzitempo, alimentando disparità e discriminazioni. Il presidente di Pepita, Ivano Zoppi: “Alle Medie serve un rinnovamento per uscire dalla mediocrità e dalla sindrome della terra di mezzo; la nostra azione educativa guarda con attenzione in questa direzione, ma istituzioni e politica devono rimettere al centro dell’agenda questo ciclo scolastico”. Lo chiedono gli studenti, che alla fine del triennio non hanno raccolto gli elementi e, soprattutto, non hanno maturato le esperienze necessarie per decidere quale indirizzo di studio intraprendere per gli anni a venire. Un disorientamento che poggia anche sulla precarietà del corpo docente, come pure sulla considerazione di un percorso professionale che non risponde all’aspirazione degli insegnanti, molti dei quali tentano il salto alle Superiori appena possono. Lo scenario, del resto, appare simile a una vecchia abitazione che, seppur dignitosa, necessità di una ristrutturazione adeguata, più che una semplice rinfrescata.
Le proposte non mancano, dalla scuola parentale all’annessione nei cicli confinanti, fino ad assorbire il primo biennio delle superiori, quello che chiude la scuola dell’obbligo. “Non possiamo andare a tentoni, serve confrontare le esperienze, anche a livello internazionale, ed aprire un tavolo programmatico chiaro e puntuale, in cui la voce degli educatori – sottolinea Ivano Zoppi – possa trovare posto e ascolto”.